Inferno sulla terra by Jim Thompson

Inferno sulla terra by Jim Thompson

autore:Jim Thompson [Thompson, Jim]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788834711866
Google: bUdJPQAACAAJ
editore: Fanucci
pubblicato: 2006-10-15T16:10:44+00:00


16

Shannon e Mack erano seduti sui gradini d'ingresso. Moon, davanti a me, si fermò di fronte a loro.

«Avete visto qualche poliziotto in giro?»

Sorrisero e fecero cenno di no con la testa.

«Be', ce ne sono nel quartiere» dichiarò solennemente, rovistando nella tasca per estrarne due monete da dieci centesimi. «Prendete queste e restate qui fuori a controllare se ne vedete uno. Se lo vedete, correte dentro ad avvertirmi. Così io vengo fuori e lo picchio.»

«Pendiamo gelato?» chiese Mack.

«Un buon gelato al mio negozio» rispose Shannon, fissando Moon con uno sguardo speranzoso.

«Certo» acconsentì Moon. «Ma tenete d'occhio i poliziotti.»

Intervenni: «Non fareste meglio ad aspettare dopo cena?»

Ma ovviamente nessuno mi prestò attenzione.

Shannon partì di corsa, con Mack che le trotterellava, i suoi soliti tre passi dietro. Moon entrò in cucina e posò i pacchi.

«Ciao, mamma» salutò.

«Cielo, è il signor Moon» esclamò mamma, contenta. «Mi coglie di sorpresa, e in queste condizioni!»

«Ha abbastanza padelle per cucinare due chili di braciole di maiale?»

«Non ne avrete davvero presi due chili!» esclamò mamma. «Jimmie, perché hai lasciato prendere tanta roba al signor Moon?»

«Be', non si preoccupi» intervenne Moon, aprendo un'altra busta. «Provveda a cucinarle altrimenti non avrà nemmeno un goccio di questo sherry.»

Era uno sherry invecchiato dieci anni. Provai un po' di vergogna, ma più pena, per mamma - e il modo in cui le brillarono gli occhi quando lo assaggiò. Ha avuto così poche cose buone, e le piacciono così tanto. Solo… be', forse sono un po' snob. Ma che diritto ha Moon di venire in casa mia e chiamare mia madre in tutti i modi tranne che signora Dillon, e dare per scontato che sarà tanto felice di assaggiare quel liquore quanto… quanto lo era?

Immagino di aver risposto alla mia domanda. Sono troppo suscettibile; lo dicono tutti.

Preparò due whisky e soda per noi, prendendo i bicchieri e facendo come se fosse a casa propria. Tornammo in soggiorno, e aprì la porta per gridare: «Roberta!». Be', forse gridare non è la parola più adatta. Moon non alza mai molto la voce.

Roberta aprì la porta della camera da letto. «Sei tu Mooney? Non mi sono ancora vestita.»

«Benissimo,» rispose Moon «allora esci subito.»

Roberta scoppiò a ridere, e tra lo sfrigolare delle braciole e il tintinnio dei bicchieri sentii mamma ridere a sua volta. Scoppiai a ridere anch'io - Moon mi stava guardando. E non aveva detto nulla di inappropriato. Moon è una brava persona.

Roberta entrò e gli diede uno spintone scherzoso.

«Ciao, Mooney.»

«Ciao, splendore.»

Roberta rispose con una risata; diversa dal suo solito modo di ridere. «Cosa state bevendo? …Oh cavolo! Perché non avete preso il gin? Sapete quanto mi piacciono i Tom Collins.»

«Io non lo sapevo.»

«Lo sapevi anche tu. Lo sapevi…» si interruppe, vedendo che Moon ammiccava verso di me. «L'avete preso, vero?»

«L'abbiamo preso, Dilly? Non mi ricordo.»

«Ah, cattivo!» esclamò Roberta, dandogli un altro spintone.

Andai in cucina e le preparai un Tom Collins. No; sia chiaro. Non sono geloso di Roberta, non lo sono mai stato. A volte, quando cercavo un motivo per scappare, ho sperato di poter avere una ragione per essere geloso.



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